SHIRLEY JACKSON, POMERIGGIO D’ESTATE – ADELPHI, MILANO 2020 – P. 32 (ebook)
In piena emergenza Covid 19, le nostre case editrici sono state costrette a sospendere la maggior parte delle pubblicazioni, scegliendo di proporre ai lettori selezioni meditate di ebook, più facilmente e velocemente acquistabili dei prodotti cartacei. Così ha fatto Adelphi, inaugurando la collana Microgrammi, presentata al pubblico in questi termini:“Abbiamo deciso di farvi leggere, in formato digitale, alcuni dei testi che avremmo pubblicato in queste settimane e che usciranno in un futuro imprecisato. Più qualcosa d’altro che non era immediatamente in programma e qualcosa che non lo era affatto. In questa serie troverete quindi racconti di vario genere, tratti da volumi più ampi, nonché brevi inediti. In un caso e nell’altro, abbiamo cercato di dare a questi minuscoli libri la forma non di un estratto, ma appunto di un libro autonomo, per quanto in miniatura. È una deformazione professionale, verosimilmente: ma ci ostiniamo a rimanerle fedeli”.
L’ultimo di questi ebook adelphiani si intitola Pomeriggio d’estate, e ospita due brevi racconti di Shirley Jackson (1916–1965), scrittrice e giornalista statunitense, resa celebre dal romanzo di critica sociale La Lotteria (1948), e da L’incubo di Hill House (1959), considerata una delle più celebri storie di fantasmi del ventesimo secolo. Molto efficace nel delineare il background culturale in cui si muovono i suoi personaggi, Shirley Jackson privilegiava la rappresentazione di ambienti urbani in cui le persone vivono relazioni disturbate con il prossimo, tendendo a un isolamento che spesso suscita in loro paure e complessi di persecuzione: i suoi romanzi possono essere definiti, più che noir o gialli o horror fantascientifici, indagini psicologiche sul male oscuro di una civiltà che si affaccia alla spersonalizzazione estraniante del nascente capitalismo.
La sofferta biografia della Jackson (una madre ostile e anaffettiva, un marito possessivo e infedele, quattro figli da accudire, un aspetto fisico quasi respingente, un carattere spigoloso e introverso, la portarono ad abusare di alcol e psicofarmaci) incise certamente sia nella scelta tematica delle sue narrazioni, sospese tra sarcasmo e ferocia, sia nella sospettosa diffidenza con cui il mondo editoriale e il pubblico dei lettori circondarono la sua figura di donna e scrittrice.
Invito a cena e Pomeriggio d’estate – le due novelle presenti nell’ebook – sono tratte dal volume antologico La luna di miele della signora Smith, la cui uscita è programmata entro quest’anno. Nel primo racconto, una giovane donna ingenua e pasticciona, una sorta di Bridget Jones ante-litteram (“Mi spiego, ogni volta che cerco di fare bella figura qualcosa va storto”), sfida in una gara culinaria un affascinante e vanesio giovanotto, noto per la sua abilità in cucina, invitandolo a cena. “Hugh Talley fa lo stesso effetto a un sacco di gente: è bellissimo, in quel modo virile che funziona perfettamente nei film, ma diventa atroce se uno come lui lo incontri tutti i giorni in ufficio. Fa sembrare tutti gli altri uomini pallidi e trasandati”. Assolutamente incapace di realizzare un qualsiasi piatto appena commestibile, la protagonista viene salvata in extremis dall’intervento di una vecchietta che si incarica di provvedere sia alle vivande sia alla presentazione della tavola. Ma l’umiliazione esercitata dall’ospite, attraverso quell’atteggiamento sfottente di mansplaining che molti uomini assumono quando vogliono far pesare la propria superiorità, la induce a un sano gesto di vendetta liberatoria.
Le poche pagine di Pomeriggio d’estate introducono invece una vicenda del tutto differente, che ha per protagoniste due bambine di cinque anni, vicine di casa in un tranquillo ed elegante quartiere della middle class americana. Carrie e Jeannie giocano con le loro bambole, saltano alla corda, costruiscono “minuscole casette di foglie ed erba” a imitazione dei salotti delle loro villette borghesi, si invitano vicendevolmente nelle rispettive abitazioni, sotto la benevola attenzione dei genitori. A volte si spingono lungo i curati ed erbosi viali vicini, soprattutto per salutare una loro amichetta, Tippie, che non esce mai di casa, ma i cui giocattoli appaiono bene in vista sulla finestra, a ogni smuoversi delle tende. Come mai Tippie non esce mai di casa? Che sia malata, o in punizione, o abbia una mamma apprensiva?
Shirley Jackson ama giocare con le ombre, schernire il perbenismo farisaico statunitense, ammiccare sornionamente a ciò che sopravanza realtà e fantasia insieme.
© Riproduzione riservata «Gli Stati Generali», 21 aprile 2020