SERENA VENDITTO, MALÙ SI ANNOIA – MONDADORI, MILANO 2020 (ebook)
Con l’ebook di recente pubblicazione {{Malù si annoia}}, {{Serena Venditto}} (Napoli, 1980) prosegue nella serie di racconti di successo dedicata al gatto detective Mycroft e ai 4+1 di via Atri 36, serie che ha ricevuto numerosi riconoscimenti e segnalazioni.
I quattro inquilini che condividono l’interno 5 di Via Atri sembrano tutti ugualmente tediati e in ansia per il prolungarsi della reclusione forzata causata dalla pandemia da Covid 19: in pigiama o in tuta, guardano partite di calcio alla TV, o fiction su Netflix, puliscono ossessivamente ogni superficie e mettono in ordine gli armadi, cucinano e litigano, punzecchiandosi a vicenda. La voce narrante in prima persona è quella di Ariel, che essendo traduttrice è abituata a lavorare da remoto e in solitudine: tuttavia ogni tanto le prende il magone per la nostalgia dei parenti e degli amici lontani, e allora si rifugia sul terrazzo a singhiozzare tra le lenzuola stese. Il suo fidanzato Samuel si ingegna ad aiutare i vicini portando a casa loro la spesa, il musicista Kobo si finge sereno, ma in realtà è preoccupato per la sua compagna che vive a Cremona, in piena zona rossa. Poi c’è Malù, archeologa in perenne ricerca di stimoli intellettuali e di brividi esistenziali, inquieta e curiosa, che soffre più di tutti per la noia e l’inattività.
Malù aspira ad avere sempre “{un problema da risolvere, un dato da apprendere ed elaborare, qualcosa da fare}”, altrimenti rischia di impazzire. Decide quindi di chiedere all’amico commissario Timoteo De Iuliis se per caso abbia tra le mani qualche caso da risolvere, per cui potersi valere della sua collaborazione.
Il poliziotto sottopone allora a tutti i coinquilini, e a Malù in particolare, l’indagine sull’omicidio di un giovane programmatore informatico, incensurato, introverso e solitario, di cui si era ritrovato nascosto nel materasso un hard disk esterno, protetto da una password alfanumerica. Malù, offrendosi eccitata di decriptarla, tenta di immaginare a cosa la vittima si fosse ispirata nell’inventarla, magari osservando un particolare del suo studio. Così, esaminando le foto inviatole dal commissario, scorge nell’arredamento tipico da nerd cinefilo dell’ucciso, un poster di un film di Tarantino e la riproduzione dell’uomo vitruviano di Leonardo. Ricostruisce quindi vittoriosamente la password attraverso una citazione filmica del profeta Ezechiele riletta al contrario, per arrivare a comprendere in conclusione che tutto il suo fiuto poliziesco era servito al commissario burlone per regalarle un diversivo anti-noia nella clausura collettiva.
Come morale del racconto, Serena Venditto suggerisce che l’antidoto alla depressione e all’indifferenza risiede nel mantenere rapporti affiatati e benevolenti con chi ci sta vicino: inquilini, fidanzati, poliziotti e gatti. Magari aiutando con una piccola offerta volontaria l’Ospedale Cotugno di Napoli, come invita a fare nella nota conclusiva dell’ebook a costo zero.
© Riproduzione riservata 23 giugno 2020
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