ALESSANDRO BARICCO, LA VIA DELLA NARRAZIONE, FELTRINELLI, MILANO 2022
Il saggio che Alessandro Baricco ha recentemente pubblicato da Feltrinelli, La Via della Narrazione, consiste nella trascrizione, opportunamente rielaborata, di una lezione tenuta alla Scuola Holden nel novembre del 2021, per l’inaugurazione di un seminario dedicato all’arte dell’insegnamento. Di arte, infatti si deve parlare, per ciò che riguarda la funzione maieutica dell’educare, cioè di sviluppare e trasmettere competenze e facoltà intellettuali e culturali, guidando e “tirando fuori” (dal latino e-ducere, estrarre) le potenzialità di un allievo.
Come fondatore nel 1994 della Scuola Holden, deputata appunto a insegnare storytelling e creative writing, Baricco in questo pamphlet si assume il compito di sostenere e difendere obiettivi e programmi, ormai diffusi a livello mondiale, mirati a indirizzare e addestrare i giovani aspiranti scrittori alla tecnica narrativa. Lo fa, nei primi tredici icastici capitoletti iniziali, suggerendo al lettore cosa siano “le storie”, quelle che meritano di essere condivise e raccontate, “tessere del reale… campi di energia” che vibrano “di intensità particolare, anomala”, muovendosi intorno a un’illuminazione iniziale, a uno choc di partenza. Le storie fondamentali della letteratura mondiale ruotano tutte su quattro perni fondamentali: il mistero, la riparazione, il gorgo, la diserzione. Creano, in chi legge o ascolta, interesse, emozione, turbamento, partecipazione. Il magnetismo da cui prendono avvio è più importante dei personaggi in cui successivamente si articolano, traduzione antropomorfa della corrente che le anima.
La storia, per arrivare al lettore, deve essere raccontata, trasformandosi da sfera a linea, da spazio a sequenza temporale: “C’è dunque una riduzione da fare”, che si ottiene attraverso l’espediente tecnico dell’invenzione di una trama. La trama si dispone non solo come successione di eventi, ma anche come rappresentazione di ambienti complessi.
Si può insegnare a narrare? Numerosi affermati romanzieri e poeti insorgono di fronte a quest’ipotesi considerata utopistica se non addirittura truffaldina. Baricco afferma invece, con consapevolezza priva di presunzione: “Sappiamo esattamente dove possiamo intervenire e dove no. Possiamo insegnare a costruire una trama, perché sia mappa completa e geroglifico leggibile. Non possiamo insegnare lo stile, ma possiamo rassicurarlo, difenderlo, farlo crescere. E se non possiamo insegnare ad avere una voce, possiamo insegnare a cantare a quelli che ce l’hanno”.
Tre elementi sono indispensabili alla costruzione di un racconto: storia, trama e stile, per non scadere in una narrazione di puro intrattenimento (senza stile), o in un’esibizione narcisistica (senza trama), o ancora nella saggistica (senza storia). Illusorio aderire alla teoria ingenua e riduttiva esposta dallo sceneggiatore americano Christopher Vogler nel famoso manuale di scrittura Il viaggio dell’eroe del 1992, in cui si indicavano regole e schemi precisi da seguire per ottenere un sicuro successo nel mercato editoriale. “Chi racconta diventa. Non si limita a organizzare il passato ma suscita il futuro”, e scrivendo trasforma la propria esistenza insieme a quella degli altri.
Una scuola di scrittura avvia in maniera professionale alla prassi di un mestiere, ma non solo. “Chi insegna a narrare è chiamato a condividere una clandestinità e a difendere un’insubordinazione, rigenerando quote di libertà, rimuovendo blocchi e paure”, disvelando insomma zone d’ombra della realtà e di sé stesso. Il saggio di Alessandro Baricco si intitola “La Via della Narrazione” echeggiando altri percorsi di conoscenza dell’io, praticati nella maggior parte delle filosofie analitiche e di meditazione trascendentale: “La cura della tecnica, l’attenzione per i dettagli, la fatica della correzione sarebbero allora quel protocollo di cura che è presente in tutte le Vie, dove il più alto traguardo spirituale passa sempre attraverso la riuscita di un gesto della mano, dell’occhio, del corpo”.
Come ci si educa a essere migliori, si può essere educati a scrivere bene, imparando con pazienza, umiltà e costante applicazione le strategie che rendono un testo più efficace.
© Riproduzione riservata «Gli Stati Generali», 19 settembre 2022