Fabrizio Centofanti e la poesia
Un religioso e letterato si confronta con la poesia.
Fabrizio Centofanti, laureato in Lettere moderne con una tesi su Italo Calvino, prima della vocazione sacerdotale è stato collaboratore di Mario Petrucciani nella cattedra di Storia della letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università La Sapienza di Roma. Numerosi suoi saggi e recensioni sono stati pubblicati in quegli anni su “Letteratura italiana contemporanea”, e su “La Discussione”. Suo un saggio su Leopardi e Rebora inserito nella raccolta di Atti del convegno di Ancona sull’autore di Recanati, dal titolo Leopardi e noi. La vertigine cosmica, Edizioni Studium. Ha partecipato a diversi convegni letterari fino al giorno in cui è entrato in seminario. È sacerdote diocesano a Roma dal 1996, parroco dal 2005. Dal 2014 opera al Santuario della Madonna del Divino Amore, nel campo della spiritualità e dell’approfondimento della Sacra Scrittura. Studioso dei Vangeli, tiene da molti anni una lectio divina settimanale.
È tra i fondatori della rivista L’Attenzione, e fondatore, insieme con Franz Krauspenhaar, del blog collettivo La poesia e lo spirito(https://www.lapoesiaelospirito.it), dove attualmente scrive.
Omelie e riflessioni sono raccolte nel blog Gesù per atei.
Ha pubblicato:
Italo Calvino. Una trascendenza mancata, Istituto Propaganda Libraria 1993; Il segreto del poeta. Clemente Rebora: la santità che compie il canto, Istituto Propaganda Libraria 1987; Le parole della felicità, Laurus Robuffo 2005; Pret(re) à portér, Effatà 2010; Non superare le dosi consigliate, Effatà 2011. In collaborazione con Sabrina Trane: Salva L’anima e Il Vangelo come non l’avete mai letto, Effatà 2013; Piccolo manuale di spiritualità e Piccolo manuale di santità, Palumbi 2013; La forma della felicità, Effatà 2021; Il cammino per l’uomo e Una nuova visione dell’uomo. Scritti di don Mario Torregrossa. Volume primo e Volume secondo, Youcanprint 2021- 2022. Le poesie: Voce in moto contrario, Feaci Edizioni 2008; Nomen omen, Photocity 2012. I racconti: Guida pratica all’eternità, Effatà 2008. I romanzi: Ecco l’uomo, Effatà, 2011; Nessuno è più importante di te, Amazon, 2012; nel 2012, E’ la scrittura, bellezza!, Clinamen 2012; Stelle, Effatà 2012; Yehoshua, Clinamen 2013.
- Presso l’editore Einaudi usciva nel 1997 “Il libro delle preghiere” a cura di Enzo Bianchi, fondatore della comunità di Bose. In quell’antologia erano presenti, accanto a preghiere delle tre religioni monoteistiche, anche poesie classiche e moderne internazionali. Cosa collega, secondo lei, la preghiera alla poesia?
La preghiera è una comunicazione rivolta a Dio. Come tale, è in qualche modo ispirata, se è forma autentica di relazione con l’Altro. L’orante implora: Kyrie eleison. Chiede a Dio l’elemosina non solo di una risposta, ma anche di una domanda adeguata, che si ponga sulla lunghezza d’onda del Destinatario. La preghiera è bellezza, perché il contatto con Dio trasforma. Mosè aveva il volto illuminato da questa relazione “faccia a faccia”. La preghiera, come la poesia, attinge alle profondità dell’umano. È celeberrimo l’incontro di Elia con Dio, che si rende presente in una “qol demamah daqqah”, una voce di silenzio sottile. Durante una messa una bambina, dall’ambone, se ne uscì così: “dal libro del poeta Isaia”. Tutti scoppiarono a ridere, ma io la difesi: Isaia è noto come il Dante ebraico, come non definirlo poeta? Non bisogna dimenticare che il testo biblico è disseminato di inni, ossia di preghiere-poesie.
- Nell’Antico Testamento leggiamo toccanti espressioni poetiche, dai Salmi al Qohelet, fino ai libri profetici e sapienziali. Un patrimonio lirico che sembra disseccarsi nel Nuovo Testamento, se si fa eccezione per alcune parti dell’Apocalisse. Forse per una maggiore esigenza di razionalità e di proselitismo, o per quali altre motivazioni?
Il Nuovo Testamento, come accennavo, è anch’esso ricco di testi innici, a cominciare dal Magnificat di Maria. La conversione folgorante di Paul Claudel avvenne mentre ascoltava quest’inno, cantato dai bambini nella cattedrale di Notre-Dame, a Parigi. Soprattutto le lettere di san Paolo sono attraversate da brani innici, ereditati dalla prassi liturgica delle prime comunità. Che dire, poi, del prologo del Vangelo di Giovanni? È uno dei capolavori della letteratura mondiale.
- Nel suo blog La Poesia e lo Spirito, dedica molte rubriche alla diffusione della parola poetica. Quali sono quelle più seguite dai lettori, e a quali redattori o collaboratori vengono affidate?
Qui il discorso si fa serrato, perché nel tempo si sono succedute molte rubriche capaci di suscitare un vasto interesse tra i lettori, a cominciare dalla “Scuola di poesia” di Massimo Sannelli, i cui interventi sono confluiti in un prezioso volumetto. Tra le rubriche poetiche più recenti vorrei ricordare “La poesia vista dalla luna. Trenta righe di Alberto Bertoni”, “Parole, Poesia” di Paolo Valesio, “La Spagna in lettere” di Annelisa Addolorato, “Venti righe per niente facili” di Pasquale Vitagliano, “Postille sulla poesia” di Maurizio Soldini, “La poesia prima della fine del (o di un) mondo” di Rita Pacilio, “Rendez vous. Poeti che si parlano” in collaborazione con Luca Pizzolitto, “Tre fisse (domande semplici e concrete” di Patrizia Baglione, fino alle interviste della rubrica “La parola ai poeti” (che verranno raccolte in volume) e a quelle della rubrica parallela “Lo stato dell’arte”, sul destino della poesia ai tempi dell’intelligenza artificiale. Ma non bisogna dimenticare la costellazione legata alla narrativa e alla scrittura, a cominciare da “Narratori del nuovo millennio” di Monica Mazzitelli, “L’arte dello scrivere” di Gualberto Alvino, “La scuola di Serena Bedini”, fino alle incursioni nella filosofia, nella spiritualità, nella scuola, nel cinema (“Filosofia delle narrazioni contemporanee”, di Edoardo Sant’Elia, “Lucerne nella luce”, di Lucio Brandodoro, “Vivalascuola”, di Giorgio Morale, “Frammenti di cinema” di Pasquale Vitagliano, la rubrica sulla musica di Guido Michelone). Con Antonio Sparzani, Monica Mazzitelli, Pasquale Vitagliano, cerchiamo di tenere unita una compagine variegata di redattori, per fare del blog un luogo d’incontro aperto a sempre nuove esperienze.
© Riproduzione riservata «Gli Stati Generali», I marzo 2025