CARLENE THOMPSON, COME SEI BELLA STASERA – MARCOS Y MARCOS, MILANO 2015

Le cinquecento pagine che compongono questo romanzo Come sei bella stasera (Marcos Y Marcos, 2015) si leggono senza difficoltà, come in genere tutta la produzione narrativa di questa prolifica autrice statunitense Carlene Thompson (nata in Virginia nel 1952, amante della vita rurale e degli animali, vivaci protagonisti nella sua quotidianità e nelle sue pagine).
Questa della lettura facile, scorrevole, pulita ma priva sia di profondità di pensiero sia di qualsiasi tentativo di invenzione formale, è ormai una caratteristica che sta contagiando tutta la letteratura mondiale, in narrativa come in poesia, livellando stili e contenuti, omogeneizzando generi e pubblico di lettori. In particolare per quello che riguarda il thrilling soft, o il noir sfumato, l’ambientazione si riduce quasi sempre alla società medio-alto borghese, in cui vite che sembrano scorrere su binari prestabiliti, innocui, di vacuo successo salottiero, vengono bruscamente sconvolte da rivelazioni di sordide brutalità, inconfessabili turpitudini, violenze raccapriccianti e inattese.
Nel caso del romanzo in questione, una coppia all’apparenza serena e benestante della Virginia (lui, Steve, pubblico ministero; lei, Deborah, casalinga un po’ frustrata con aspirazioni artistiche, due gemelli, un cane e villetta di proprietà con giardino) si trova inaspettatamente catapultata in un turbinio di vicende e sospetti spaventosi, che lentamente si aggrovigliano inspiegabili per poi altrettanto lentamente sgrovigliarsi in un finale a sorpresa.
Steve si prende cura della moglie «in modo affidabile e distaccato». Deborah lo stima perché «la rettitudine morale di Steve era una di quelle cose che l’avevano attratta. Poteva essere distratto o poco sollecito, ma la sua onestà era fuori discussione».

Ecco però che improvvisamente la moglie si accorge di avere accanto uno sconosciuto, di cui teme il passato tenuto nascosto, il presente intorbidito e il futuro messo in discussione. Intorno a loro si muovono colleghi insoddisfatti o invidiosi, una vicina novantenne semi-demente che li spia, un ambiguo ex-poliziotto, fantasmi che abitano ville non arredate: mentre un crudele e inafferrabile serial killer fa strage di giovani e sprovvedute ragazze nei dintorni.
Steve, minacciato o ricattato dallo stupratore di sua sorella che lui molti anni prima aveva spedito in prigione, sparisce. Deborah e i bambini vivono giorni e notti nel terrore, tra tentativi di rapimento, telefonate anonime, incursioni notturne in giardino, conti bancari svuotati. Ma chi ha veramente violentato la sorella di Steve? E chi uccide le giovani donne della zona?

Carlene Thompson non riesce a tenere alta la tensione del racconto per così tante pagine: il plot narrativo sembra programmato senza slanci, e patisce rallentamenti e divagazioni ingiustificate, rese ancor meno convincenti dalla superficialità dei dialoghi e delle descrizioni. Solo nel finale, ansante e caotico, inficiato da numerose incongruenze e soluzioni insostenibili, il ritmo si accende, lasciando tuttavia il lettore perplesso o spazientito.

 

© Riproduzione riservata      www.sololibri.net/+-Carlene-Thompson-+.html      29 gennaio 2016