CANZONE DELLA PORTA STRETTA

Siamo entrati per sbaglio.
Abbiamo bussato alla porta di servizio.
Era estate. I grandi vascelli delle strade fumavano le loro stelle.

Tutto era sudicio.
Le donne insanguinate:
era il loro vestito.
Gli uomini nudi:
era la loro divisa,
alla rinfusa, per terra, magri come corde.
Avevamo freddo
e le città bruciavano
e gli alberi
attizzavano il fuoco del mondo.
Avevamo fame
e il pane correva a perdifiato,
il pane fuggiva non si sa dove.
Avevamo sete
e l’acqua era di marmo.
Ci siamo svegliati insieme
un mattino,
anonimi e laidi
come i versi.

 

Edmond Jabès (1912-1991)