ELISABETTA ABIGNENTE, QUANDO IL TEMPO SI FA LENTO – CAROCCI, ROMA 2014

Un libro sapiente dedicato all’attesa, questo della studiosa Elisabetta Abignente, che esplora il tempo sospeso, il tempo vuoto e lento, che amiamo definire «tempo morto», di chi aspetta. Di chi si trova nella condizione morale e fisica di sostare in presenza di un’assenza. Posizione inattuale, antiproduttiva, quasi sovversiva, in un’epoca che va di corsa, affannata, efficiente come la nostra. Ma anche posizione in qualche modo poetica, perché privilegia la meditazione, l’attenzione introspettiva, la nostalgia. Soprattutto nella forma particolare indagata da questo volume, che è quella dell’attesa amorosa. Non ci sono solamente Penelope sospirosa nell’attesa fedele di Ulisse, o le spose dei cavalieri medievali che pazienti filano all’arcolaio: anche molta letteratura moderna ha costruito suoi topoi descrittivi del «non-ancora». Abignente si sofferma in particolare sulle pagine di Proust, Thomas Mann e García Márquez, che magistralmente ci hanno raccontato «l’attesa nervosa e claustrofobica di Albertine», «la settennale attesa biblica di Giacobbe e Rachele», «l’attesa iperbolica» di Florentino Ariza : e lo fa rintracciando i tratti che caratterizzano i diversi e sofferti modi di affidarsi a un futuro ignoto, e sfruttando le riflessioni di Roland Barthes sul discorso amoroso. Oltre ai tre capitoli dedicati ai succitati giganti della narrativa mondiale, è molto coinvolgente il saggio finale del volume, che affronta il motivo dell’attesa non solo nel suo habitat più consono e abituale, quello del tempo, ma anche in quello meno scontato dello spazio.

«All’origine di ogni attesa d’amore vi è uno spazio: quello della distanza che separa chi attende da chi è atteso…L’assenza della persona amata dalla scena dell’attesa…provoca sentimenti tipici della lontananza, quali la nostalgia e il ricordo ma anche il sospetto, la gelosia, la rabbia». Sentimenti vissuti in genere in luoghi domestici deputati al desiderio, all’angoscia, alla speranza: la camera da letto e la finestra.

«Leggere Donna» n.167 , aprile 2015