TIZIANO SCARPA, CORPO – EINAUDI, TORINO 2011
Il corpo maschile, maturo, un po’ sovrappeso, di Tiziano Scarpa ci viene raccontato dal suo inquilino, o proprietario, in 50 capitoletti di diversa lunghezza e consistenza, ciascuno dei quali si suddivide in paragrafi asciutti e assertivi, più sarcastici che ironici, più amari che consolatori. E’ un corpo ispezionato e osservato con una lente d’ingrandimento severa e asettica, senza nessuna complicità, allusività o clemenza. Anche nei suoi elementi interni, invisibili: nervi, tendini, vene, ossa, cuore. Un corpo sezionato senza amore e compassione, quasi con ostilità e un gusto sadico per i particolari più crudi e rivoltanti.
Di lui si osservano le reazioni vitali e animalesche (dal sudore alle erezioni, dall’eccitazione nervosa alla voracità alimentare), come anche il decadimento fisico e l’invecchiamento (la caduta dei capelli, l’attrito delle giunture); su di lui si fanno fantasie morbose o allucinatorie, associazioni deliranti o ossessive. A volte queste considerazioni dell’autore assumono la secca brevità delle greguerias (“I miei nervi sono i fulmini del mio corpo”; “le mie palpebre sono due ghigliottine che tagliano la testa alla luce”). Altre volte hanno la sentenziosità proverbiale degli aforismi (“L’amore è una vendetta reciproca che gli uomini e le donne si fanno l’un l’altra per lo smacco di non essere androgini; “Nella stretta di mano si fa conoscenza con la parte del corpo altrui che più d’ogni altra è al corrente delle sue nefandezze”). Capita anche che Scarpa si lasci andare a qualche ovvietà (“L’odore è l’anima delle cose”; “I miei nervi sono i fili che tirano il burattino”), ma più spesso ammiriamo l’acutezza e l’icasticità delle sue affermazioni (“I miei gomiti sono una tappa delle mie braccia”). Della lotta perpetua e beffarda con l’altro sesso, che si proietta sia in un futuro apocalittico sia nella preistoria, quello che rimane alla fine è lo stupore attonito per le molteplici forme di cui si può rivestire la materia corporea, e il suo tragico destino di disfacimento.
IBS, 29 maggio 2011