ALBERTO TONI, DEMOCRAZIA – LA VITA FELICE, MILANO 2011

Secondo la prefatrice e il postfatore di questo poemetto di Alberto Toni (Gabriela Fantato e Elio Pecora), molto esaurienti ed elogiativi nei loro interventi, il lettore si trova di fronte a un “poemetto unitario”, in cui “tutto pare fremere… in versi intensi e ritmati”, che fondono insieme “riflessione ed emozione”, animati da “una pietà sorgiva, una intensa, vera compassione”. Il titolo è lapidario, asseverativo, declamato: Democrazia. Quasi un manifesto programmatico, che da subito dichiara l’alta intenzione di denuncia civile di tutta la composizione, voce di uno solo che si fa di tutti, e diventa corale, sociale, politica. In un’epoca, la nostra, in cui versi e prosa si confessano orgogliosamente in esibizioni impudiche del privato più privato, del solipsismo più glorificato, del disimpegno più superficialmente divertito, questa di Toni appare un’operazione culturale decisamente controcorrente e coraggiosa.

Si articola in cinque sezioni, formalmente molto omogenee e sorvegliate, di strofe per lo più di cinque versi, con un respiro narrativo che non si avvale di rime, allitterazioni, artifici retorici. La poesia va cercata nel susseguirsi incalzante delle immagini, che sono soprattutto immagini di guerra: fango, puzzo insopportabile nelle tende, urina e filamenti di tabacco, braccia e gambe che fanno male, fronti che scottano, giacche a brandelli, madri silenziose, lunghe scie di automezzi, messaggeri, dispacci: insomma, tutto quello che fa di un conflitto una tragedia. Ma il poeta non rende esplicito o retorico il suo racconto: lo mimetizza in scenari diversi, distribuendolo nelle diverse sezioni del poemetto, che il lettore deve poi ricostruire. E la democrazia nasce dalla resistenza, dalla liberazione, è un’opera di pazienza e dignità collettiva, con nuovi eroi e nuove vittime, di altre lotte civili, o di incidenti sul lavoro, nell’intento di far progredire la comunità tutta: «educarsi alla / legge degli uomini: abbattere / il silenzio… // Allora parlare sarà un mattino / di sole ritrovato…».

IBS, 4 febbraio 2012