ALBERTO CADIOLI, LA RICEZIONE – LATERZA, BARI 1998
In questo piccolo volume, supportato da una densissima bibliografia, Alberto Cadioli analizza “il posto che occupa la ricezione nel processo di comunicazione”: essa è “il punto d’arrivo del processo – più o meno lineare – seguito da un messaggio dopo essere stato emesso”. Ogni emittente affida infatti al suo messaggio la funzione di raggiungere un destinatario, e quindi anche su quest’ultimo è necessario che si concentri la critica letteraria. Per ciò che riguarda la letteratura, davanti ad ogni opera in prosa o in versi, ci si trova di fronte a tre elementi costitutivi: la scrittura e chi scrive, il testo nella sua autonomia una volta pubblicato, e la lettura, ovvero la ricezione del testo stesso. Cadioli in questo saggio si concentra appunto sulla destinazione del testo, delineando una breve storia della critica della ricezione così come si è venuta delineando nell’ultimo scorcio del novecento. Tra i precursori di queste indagini, più storico-sociologiche che estetico-ermeneutiche, individua Walter Banjamin, Eric Auerbach, Jean-Paul Sartre e Paul Ricoeur. Ma indicando poi i nomi che, a partire dagli anni ’60, con più originalità si sono occupati sia degli aspetti produttivi e distributivi del libro, sia del suo consumo da parte del pubblico: Roberto Escarpit, Hans Robert Jauss, Wolfgang Iser. Di ciascuno di loro analizza i contributi di pensiero che hanno arricchito di nuovi significati l’interpretazione letteraria: dallo studio del mercato editoriale alla differenziazione delle varie tipologie di lettori, dall’attitudine al tradimento del testo all’orizzonte di attesa in cui esso si colloca, fino alla trasformazione della realtà e alla creazione di un nuovo immaginario prodotto dalla lettura. Il libro non è quindi “un oggetto stabilizzato sulla base di caratteristiche immodificabili”, ma si definisce come “risultato del processo di integrazione tra il testo e il lettore”.
IBS, 30 maggio 2014