ALBERTO MANGUEL, UNA STANZA PIENA DI GIOCATTOLI – ARCHINTO, MILANO 2012
Le edizioni Archinto proseguono nella loro meritoria opera di traduzione dello scrittore argentino Alberto Manguel, proponendo al pubblico italiano questo delizioso libriccino illustrato, che attraversa magicamente il mondo incantato e lieve dell’infanzia in un ispirato percorso tra i giocattoli: quelli dei bambini di oggi, e quelli carichi di nostalgia della nostra memoria. “E’ tutto qui”. Con queste parole l’autore dà l’avvio alla sua riflessione: perché davvero nella stanza dei giochi di un bambino ci sono “i mattoni di cui è fatto il mondo”, i personaggi che incontrerà nella sua esistenza (la nonna e il lupo, il soldato e la matrigna, la principessa e la strega); da loro imparerà a indagare le sue emozioni, le paure, le conquiste, i divieti, l’amore e la morte. In pagine dense e leggere, che riescono a coniugare fiaba e meditazione, umorismo e cultura, Manguel riflette su come il bambino che gioca con i lego sfidi i limiti imposti dalla gravità, e insieme sfidi se stesso, esattamente come chi osò innalzare la torre di Babele. E la nuova Arcadia che ogni bambina sogna quando allestisce la sua casa delle bambole esorcizza il timore che una qualsiasi insidiosa e invincibile minaccia possa turbare l’ordine, la cura e l’armonia tanto desiderate. E i giochi straordinari che i ragazzi si inventano non rappresentano sempre una ribellione a ciò che è precostituito, imposto loro dagli adulti? Giocando, ogni bambino impara a consolarsi dalla sofferenza, e impara anche ad essere crudele, a far soffrire. “Ludere” in latino, “to play” in inglese, significano sia giocare sia recitare: il bambino “imita i processi creativi del mondo”, e in questo modo “fa vivere di nuovo l’universo”, diventa ai suoi stessi occhi una piccola, ma onnipotente divinità. Alberto Manguel omaggia la fantasia dei piccoli, in queste sapienti e intenerite pagine, e la loro irriducibile disubbidienza alla realtà.
IBS, 2 novembre 2012