CARL SEELIG, PASSEGGIATE CON ROBERT WALSER – ADELPHI, 1981

Robert Walser, scittore svizzero nato nel 1878, fu ricoverato in una clinica per malattie mentali nel 1929, e vi rimase fino alla morte, avvenuta nel 1956. Il suo disturbo psichico non fu mai diagnosticato con chiarezza: era probabilmente asociale, pativa di bruschi cambiamenti d’umore, talvolta si dimostrava aggressivo. Ma non risultò mai pericoloso, per se stesso o per gli altri: aveva un temperamento artistico squisitamente sensibile; in definitiva, era un poeta. Poco compreso dai suoi simili, poco sopportato dalla rigorosa società elvetica del primo 900. Per vent’anni il critico letterario Carl Seelig andò regolarmente a trovarlo in clinica, e si accompagnò a lui in lunghe passeggiate attraverso i boschi e le campagne dell’Appenzell, tra Herisau e San Gallo: in ogni stagione, con qualsiasi temperatura e situazione meteorologica. Le passeggiate compredevano non solo laute colazioni e pranzi in locande e osterie, innaffiati da buon vino e birra, e intervallati dal fumo di robusti sigari, ma soprattutto vivaci conversazioni di letteratura, con giudizi lucidissimi e trancianti che Walser esprimeva sia sugli scrittori più amati, sia su quelli a suo parere sopravvalutati. L’amore per i libri e per la cultura, i suoi stessi romanzi e racconti non erano bastati a farlo apprezzare dalla società letteraria: “Non aveva mai voluto far parte delle chiesuole…il divismo…gli dava semplicemente la nausea: gli sembrava di degradare lo scrittore a lustrascarpe”. Insieme a Seelig, che fu generosissimo mecenate e curatore dei suoi scritti, Walser preferiva la compagnia della natura, dei greggi e delle mandrie, degli osti e dei contadini, o quella silenziosa e sofferente dei degenti della sua clinica. Morì durante una passeggiata il giorno di Natale, nella neve che tanto amava, lui che “si struggeva come un bambino per un mondo di quiete, di purezza e d’amore”.

IBS, 13 aprile 2011