AAVV, POESIA CIVILE E POLITICA DELL’ITALIA DEL 900 – RIZZOLI, MILANO 2011
Questa antologia curata da Ernesto Galli della Loggia è un ammirato omaggio alla forza e alla nobiltà della poesia, quando sa elevarsi a voce politica di un comune sentire popolare, perché «forse solo nella letteratura risiede la vera storia morale e civile dell’ Italia in quanto nazione». A partire da Platone, spesso filosofi, storici e governi hanno guardato con sospetto ai poeti, perché intellettualmente inaffidabili, poco concreti, minacciosamente utopistici. Eppure la poesia ha da sempre accompagnato e talvolta incoraggiato i più importanti cambiamenti sociali e politici del nostro paese, da Dante in poi. Soprattutto il processo di unificazione nazionale dell’ 800 «assistette a un massiccio intreccio fra la poesia e l’impegno civile, il verso e la politica». Nel XX secolo, poi, autori e pubblico manifestarono un interesse crescente nel confrontarsi con gli avvenimenti fondanti della storia: dal futurismo degli interventisti, alla prima guerra mondiale (così intensamente raccontata da Ungaretti), dal fascismo che trovò stuoli di intellettuali proni a celebrarlo retoricamente e con interessata piaggeria, alla “tregenda” montaliana della seconda guerra mondiale, ai versi sofferti di Sereni nella prigionia algerina, fino alla resistenza di Pavese e Fortini. Infine, gli anni del dopoguerra, della ricostruzione e del boom economico, trovarono nella «disperata consapevolezza» di Pasolini e nell’amara ironia di Pagliarani voci più coraggiosamente impegnate che nel provocatorio sperimentalismo della Neoavanguardia. Forse programmaticamente, infatti, Galli della Loggia ha ignorato l’intellettuale più organico della sinistra italiana, Edoardo Sanguineti, rinunciando abbastanza malinconicamente a citare nomi di poeti contemporanei dichiaratamente schierati: fanno capolino, ma con versi non eccezionali, Cavalli e D’Elia. E meritavano almeno una citazione Giudici, Maiorino, Rosselli.
«L’Immaginazione» n.276, luglio 2013