ALIDA AIRAGHI
- Raccontaci qualcosa di te. Che tipo di lettore sei?
Essendo di indole piuttosto riservata e silenziosa, già da bambina dedicavo molte ore delle mie giornate alla lettura. Le fiabe di Andersen, “I ragazzi della Via Pal”, “Pattini d’argento” erano i libri che preferivo. E invece non ho mai sopportato la narrativa “rosa”, per signorine. Nell’adolescenza poi, sulla spinta del mio amore per i cantautori italiani e francesi, mi sono avvicinata alla poesia, in specie a quella del nostro novecento. Durante gli anni universitari a Milano, i miei interessi si sono rivolti soprattutto alla filosofia, alla teologia, e alla letteratura: e lì tuttora rimangono incardinati. Leggo molte ore al giorno, soprattutto il pomeriggio, mai prima di addormentarmi perché ho la fortuna di piombare in un sonno profondo non appena mi metto a letto. Sottolineo i testi, prendo appunti, se mi imbatto in qualcosa che non conosco o non capisco cerco di approfondire l’argomento su internet o in una enciclopedia.
- Quali sono i tuoi generi letterari preferiti?
Tra i libri di filosofia, mi oriento soprattutto verso la filosofia antica (materia in cui mi sono laureata) e quella del novecento: René Girard, Pierre Hadot, l’esistenzialismo, Simone Weil, Pareyson. Non amo né la psicanalisi né lo strutturalismo. Leggo libri di teologia, anche se (ahimè!) non posso definirmi credente: Mounier, Heschel, Buber, Quinzio, Mancuso, Vannini. Da qualche anno mi sto appassionando anche alla scienza, ma solo da dilettante volonterosa. E poi divoro tanta poesia, spesso corretta e guidata da testi di critica letteraria. Sono invece abbastanza restia ad affrontare la narrativa italiana contemporanea, che trovo alquanto deludente.
- Di quali scrittori per nessun motivo al mondo perderesti una nuova uscita editoriale?
Non presto molta attenzione alle novità librarie, né alle classifiche delle vendite. Anzi, in genere sono un po’ prevenuta nei riguardi dei best-seller, perché penso che il successo di un titolo dipenda frequentemente – più che dalla qualità della scrittura – da precise strategie editoriali, da campagne mediatiche che poco hanno a che vedere con il valore letterario. E poiché sono tardigrada (non solo fisicamente, ma anche mentalmente) mi capita di soffermarmi a lungo sulle stesse pagine, o di tornare a rileggerle più volte, nei mesi e negli anni; perciò non seguo le mode, né Fabio Fazio.
- Se ti chiedessero una lista di libri da leggere assolutamente nella vita, quali consiglieresti?
In narrativa, amo i grandi romanzieri russi, e poi Mann (I Buddenbrok, La montagna incantata); gli scrittori di cultura ebraica (Singer, Schulz, Malamud, Yehoshua); i francesi: Camus, Bernanos, Céline. Di recente ho riscoperto con ammirazione Garcia Marquez. Tra gli italiani Moravia, Sciascia, Calvino, Ortese, e tra i più giovani mi pare originale Giuseppe Genna. E i poeti? Eliot (il più grande…) e Rilke; Saba, Penna, ovviamente Montale, Caproni, Luzi, Giudici. I giovani mi sembrano poco innovativi, abbastanza estemporanei nello stile e spesso intercambiabili tra di loro. Più interessati a festival, performance ed esibizioni varie che alla poesia stessa.
- Come hai conosciuto Sololibri e cosa ti piace del nostro sito?
In passato ho collaborato a diversi quotidiani e riviste, italiani e svizzeri, avendo insegnato a lungo a Zurigo. Da qualche anno pubblico le mie recensioni su alcuni blog, e così mi sono imbattuta in Sololibri, che mi piace perché presta attenzione anche ai volumi datati, alle riletture, e spazia tra generi differenti. Inoltre mi sembra più “democratico” di altri siti letterari, spesso ristretti a circoli elitari, in cui ci si scambiano complimenti vicendevoli, o stroncature illividite e ingiustificate. Ho provato a mandare un mio articolo, è stato subito accolto: grazie!
- Qual è il libro sul tuo comodino al momento?
Sto leggendo, in colpevole ritardo, Benito Cereno di Melville. Me l’ha raccomandato mia figlia Daria, anglista. L’altra mia ragazza, Silvia, dottoranda in storia del cinema a Londra, mi consiglia invece i film. Mi fido molto del loro giudizio.
- Tra le tante novità uscite (o che usciranno) nel 2015, c’è un libro che ancora non hai letto ma che non ti lascerai sfuggire?
Non saprei cosa dire, vista appunto la mia refrattarietà alle novità. Forse il nuovo, atteso romanzo di Harper Lee, o l’ultimo Yehoshua…
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24 novembre 2015