MARCO BALZANO, LE PAROLE SONO IMPORTANTI – EINAUDI, TORINO 2019
«Le parole sono importanti!», urlava un arrabbiatissimo Nanni Moretti in Palombella Rossa. E Le parole sono importanti intitola Marco Balzano (romanziere, poeta e insegnante, nato a Milano nel 1978) questo suo ultimo volume edito da Einaudi.
Dopo aver vinto nel 2018 il Premio Bagutta con Resto qui, (intenso racconto civile ambientato in Val Venosta), Balzano ci fa scoprire il fascino del linguaggio che usiamo quotidianamente, spesso senza accorgerci di quanto sia carico di storia e di significati molteplici ‒ colpevolmente ignorati o trascurati, nell’uso limitativo e impoverente di una terminologia sempre più abusata. Attraverso il recupero del senso nascosto di una parola, possiamo arrivare a “padroneggiare la lingua nella sua storicità”, creare metafore e similitudini, confrontarci con altri linguaggi (verbali o visivi), scoprire relazioni con luoghi lontani, evitare l’appiattimento e la semplificazione del nostro modo di esprimerci, renderci più attenti a un utilizzo rispettoso del parlato, inteso come strumento etico di vicinanza a chi è altro da noi. A questo serve lo studio dell’etimologia, a individuare l’origine dei vocaboli che adoperiamo distrattamente, chiarendocene l’uso improprio, mistificante, superficiale: “chi parla bene, pensa bene”, e viceversa. Sarebbe opportuno che la scuola dedicasse maggiore spazio a questa disciplina, antica e dimenticata, e non solo nelle materie letterarie: «Quando ci raccontano un’etimologia, qualcuno ci svela cosa c’è dentro la parola e da semplice referente la trasforma in un mondo da esplorare, un mondo pieno di elementi che erano sotto i nostri occhi ma che non avevamo mai notato».
Balzano propone in questo volume dieci scavi etimologici per altrettante parole comuni, che tutti noi pronunciamo abitualmente e senza soffermarci sul loro significato intrinseco: alcuni di questi termini appartengono con più diritto di altri alla vita professionale dell’autore (scuola, social, parola), ma in maggior quantità sono da ritenersi di pubblico e inflazionato dominio.uando ci raccontano un’etimolgi Da ogni termine preso in esame si diffondono a raggiera altri vocaboli ad esso contigui per somiglianza od opposizione, ampliando così la ricerca delle sue origini e dei suoi sviluppi, talvolta imprevedibili e curiosi; l’analisi viene poi suffragata da citazioni testuali di filosofi (Aristotele, Kant, Rousseau, Bergson, Levinas, Gadamer…) o di scrittori celebri (Dante, Leopardi, Montale, Borges, Pasolini, Rushdie…).
Molte etimologie di parole comuni suscitano curiosità o addirittura sconcerto: ribelle da re-bellis (colui che ritorna a fare la guerra), tradire da tràdere (abbandonare qualcuno, consegnarlo altrove), sicuro da sine-cura (senza preoccupazione), desiderio da de-sidus (mancanza della stella), ricordo da re-cor (ritorno al cuore), divertire da de-verto (allontanarsi): Marco Balzano elenca numerosi vocaboli, in una catena che si inanella quasi autonomamente, per spontanea associazione mentale. Forse l’accezione più inattesa è svelata dalla parola “felicità”, cui l’autore attribuisce un valore culturale da manuale di antropologia. Felix infatti «ha la stessa radice di fecundus ed è un termine riferito alla capacità di generare»: è un aggettivo legato alla fertilità, spesso associato agli alberi da frutto. Si tratta di «una parola seminale… che evoca la creazione e il nutrimento, … con un campo semantico non solo femminile, ma più precisamente materno. La felicità è donna e madre»: ben aldilà della funzione puramente edonistica oggi prevalente, nasconde in sé il senso profondo di cura altruistica e di dono.
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https://www.sololibri.net/Le-parole-sono-importanti-Balzano.html 5 marzo 2019