VALTER BINAGHI-GIULIO MOZZI, 10 BUONI MOTIVI PER ESSERE CATTOLICI – LAURANA, 2011
In questa originale collana che l’editore Laurana fa ruotare intorno al numero 10, è uscito un volume che prende in esame dieci fondamentali ragioni per cui definirsi cattolici.Libro a due mani, che vede in ogni capitolo giustapporsi le tesi di due scrittori credenti, Valter Binaghi e Giulio Mozzi, che con convinzione si prodigano,usando diverse argomentazioni e suffragandole con varie citazioni (da Dostoevskij a René Girard,da Nietzsche a Eliot, ma soprattutto e ovviamente dalla Scrittura), nell’ambizioso proposito di convertire il lettore.E se Binaghi lo fa con toni e temi adeguati alla serietà dell’intento, Mozzi affronta invece il suo compito con uno stile più giocoso e ironico, a volte ammiccante, e non privo di disinvolture teologiche (ebbene sì,davvero le tre nuore di Noé stavano nell’arca! -pag.66 e Gen. 7,7). Dei dieci motivi elencati per essere cattolici, che ovviamente prendono l’avvio dalla stupita ammirazione per l’atto della creazione un Dio che si “contrae” per lasciare spazio all’uomo: era la teoria ebraica dello tzimtzum di I.Luria; un Dio che plotinianamente crea in continuazione e con assoluta gratuità) e terminano “in Gloria” con la fine del mondo, la resurrezione dei corpi e il giudizio finale (Mozzi:”E’ un mistero bello e buono. Non vedo l’ora di vedere com’è”. Binaghi: “ogni impurità sarà eliminata e rimarrà solo l’amore”), di questi dieci motivi due sono i più originali e appassionatamente sottolineati: “Perché non si è mai visto un Dio che si faccia carne” e “Perché Dio ha avuto bisogno di una donna”, verità che rendono davvero il cattolicesimo diverso e nuovo rispetto a tutte le altre religioni rivelate. I due autori sembrano entusiasticamente innamorati della figura di Cristo, vero uomo e vero Dio (e alla sua parabola di vita e morte, alla sua resurrezione dedicano pagine accese e riconoscenti), così come appaiono tenacemente fedeli a un’idea di Chiesa magistra, custode della sapienza e dei sacramenti, esprimendo un intento apologetico e di fiducioso proselitismo.
IBS, 17 luglio 2011