ANNA BUSTON DE BARY, SONGS OF LAKE GARDA – RAFFAELLI, RIMINI 2015
Della scrittrice inglese Anna Bunston de Bary (1869-1954), pressoché dimenticata o addirittura ignorata nella sua patria, in Italia si sapeva poco o nulla. Recentemente l’editore riminese Raffaelli ha dedicato a quest’autrice un elegante volumetto, Songs of Lake Garda, contenente tredici testi poetici illustrati da cartoline d’epoca (con originale a fronte, note biografiche e critiche), che viene non solo a colmare un vuoto nella cultura letteraria della prima metà del ‘900, ma ci regala immagini e versi luminosi su uno dei paesaggi più ammirati e romantici del nostro paese. Curato e tradotto da una studiosa veronese, Eleonora Padovani, con il supporto di ricerche d’archivio dello storico gardesano Marco Faraoni, il «breve canzoniere» – come viene definito dalla prefatrice Rita Severi – ritrae lo scenario lacustre e l’ambiente contadino quale dovette apparire ad Anna Bunston de Bary negli anni della Prima Guerra Mondiale. Infatti, la sua prima e forse unica visita sulle sponde del Benaco è testimoniata nel 1917, e la pubblicazione di nove poesie relative ad essa risale al 1919. Il volume raccoglie inoltre quattro testi comparsi successivamente, in un’antologia poetica del 1947, più due poesie di D’Annunzio e Vittorelli tradotte in inglese dall’autrice.
Anna Bunston de Bary, nata da un insegnante e pastore anglicano, essa stessa insegnante e moglie di un pastore protestante, fu scrittrice di versi, romanzi, racconti, testi teatrali e resoconti di viaggio. Attiva nei circoli letterari della sua epoca, dedicò una raccolta di poesie ai soldati inglesi impegnati nei combattimenti della Grande Guerra, e ottenne un discreto successo componendo una tragedia in versi sul personaggio biblico di Jefte. Le tredici poesie qui presentate hanno riferimenti toponomastici precisi (Garda, Malcesine, Toscolano, Maderno, Sirmione, Gargnano…) e di queste località benacensi descrivono colori e profumi, vegetazione e costruzioni, abitanti colti nelle loro abitudini e mestieri:
«Così semplice, così austera / La vista che qui mi trattiene – / Un colle, un olivo grigio, / Una piccola Casa del Signore imbiancata / dove solo i poveri pregano!», «Le acque del lago sono brillanti, / Gli oleandri in fiore, / I colli sono ammantati di un verde scintillante / Sotto i loro cappucci di neve», «E ogni barca da pesca dipinta / Che fluttuava in silenzio / Sembrava una creatura vivente alata, Un grande uccello incantato», «Oltre i cipressi di San Vigilio / Guardammo a Garda sull’azzurra sua baia…// Quando la morte mi reclamerà e dovrò pregare / Le mie labbra ostinate saranno pronte a dire / “Se mi devi prendere con te, fallo sulla via / Di Garda e Malcesine”», «Si può essere tristi dove crescono gli olivi? / Ella portava i rami d’olivo e piangeva».
Olivi, vigneti, cipressi, chiesette, monaci, pescatori, lavandaie, baie di acqua azzurra, cieli tersi: alle descrizioni in versi di Anna Bunston de Bary prestano uno sfondo suggestivo le antiche cartoline artistiche riprodotte tra le pagine del volume, in massima parte firmate dal pittore bavarese Zeno Diemer (1867-1939), che offrono al lettore, con la loro patina rétro, scorci idilliaci di atmosfere scomparse.
© Riproduzione riservata www.sololibri.net/Songs-of-Lake-Garda-Bunston.html 2 novembre 2016