AAVV, CRISTINA CAMPO. SUL PENSARE POETICO – FEERIA, FIRENZE 2011
Secondo l’editore di questa antologia di saggi che dieci studiosi hanno dedicato a Cristina Campo, «nei convulsi anni di autocelebrazioni narcisistiche in cui viviamo, ci sta di fronte con una sorprendente e sia pur impervia esemplarità» la figura di questa sensibilissima, colta, vulnerabile poetessa e intellettuale bolognese, vissuta a lungo sia a Firenze sia a Roma. Guido Ceronetti la definì «filatrice dell’inesprimibile», «trappista della perfezione», protagonista di un «umbratile, filtrato viaggio nell’esistenza» che la portò a indagare i percorsi segreti dell’anima, attraverso lo studio appassionato della mistica e della liturgia orientale e ortodossa, la frequentazione di letture spirituali (da Eckhart a Silesius a Simone Weil) e dei più importanti poeti e filosofi a lei contemporanei (Luzi, Merini, Alvaro, Zolla, Emo), l’interesse per la musica e la fiaba, ma anche l’impegno civile nei riguardi di tutti gli avvenimenti politici, culturali e religiosi della sua epoca. Il volume esplora con analitico rigore i vari aspetti della produzione letteraria di Cristina Campo: dal suo ricchissimo epistolario (1942-1976), definito dalla studiosa Maria Pertile «residuo dell’assoluto», alla sua empatia nei riguardi degli ultimi e dei fragili, alla devozione verso la letteratura intesa quasi come pratica religiosa, fino alla sua biografia vissuta all’insegna della riservatezza e della discrezione, che la portò ad affermare severamente: «Che nulla traspaia dell’intimo cuore, nulla sia noto di noi che il sorriso».
«Leggendaria» n.104, marzo 2014