SENZA ESCLAMATIVI
Com’è alto il dolore.
L’amore, com’è bestia.
Vuoto delle parole
che scavano nel vuoto vuoti
monumenti di vuoto. Vuoto
del grano che già raggiunse
(nel sole) l’altezza del cuore.
***
LE CARTE
…Imbrogliare le carte
far perdere la partita.
E’ il compito del poeta?
Lo scopo della sua vita?
***
I CAMPI
urlai.
Il vetturale
si voltò.
“Signore”,
mi fece. “Più avanti
non ci sono che i campi”.
Non uccidete il mare,
la libellula, il vento.
Non soffocate il lamento
(il canto!) del lamantino.
Il galagone, il pino:
anche di questo è fatto
l’uomo. E chi per profitto vile
fulmina un pesce, un fiume,
non fatelo cavaliere
del lavoro. L’amore
finisce dove finisce l’erba
e l’acqua muore. Dove
sparendo la foresta
e l’aria verde, chi resta
sospira nel sempre più vasto
paese guasto: Come
potrebbe tornare a essere bella,
scomparso l’uomo, la terra.
Giorgio Caproni (1912-1990)