RAYMOND CARVER, ORIENTARSI CON LE STELLE – MINIMUM FAX, ROMA 2013

Di Raymond Carver (“il Cechov americano”, secondo una definizione del Guardian di Londra) abbiamo letto un po’ tutti, con commozione e stupore, i racconti agili, veloci, ironici e assolutamente privi di retorica, e un po’ tutti li abbiamo sempre associati al suo modo di essere un cittadino statunitense nato nel 38, vissuto con rabbia e disperazione tra alcol, droga, drammi familiari e povertà in quella temperie culturale e artistica che ha contraddistinto l’America del dopoguerra. Ma la sua voce è sembrata a molti distinguersi per una mai del tutto rinnegata, e quasi pudica, ingenuità e tenerezza: soprattutto quando descrive la morte di un bambino, lo spaesamento adolescenziale, la sofferenza del tradimento, l’abbrutimento delle dipendenze, l’immersione nella natura, con i suoi boschi, i fiumi, il rito disintossicante della pesca. Sono tutti temi che ritornano nelle sue poesie, che hanno attraversato e accompagnato la sua produzione narrativa, intensificandosi negli anni precedenti la morte, segnati dalla lotta contro il tumore. Poesie che a un lettore europeo, abituato alla complessità e alla profondità dei versi degli autori più noti del nostro 900, possono sembrare troppo facili e immediate, con il loro andamento discorsivo, la loro trasparenza descrittiva, il tono assolutamente disarmato e privo di astuzie linguistiche con cui si offrono a chi legge. Carver non si paluda da poeta-vate, racconta con semplicità quello che gli succede, senza pretendere complicità o partecipazione emotiva, che quasi si vieta egli stesso: «Lontano, / un altro uomo cresce i miei figli,/ e va a letto con mia moglie, con mia moglie»; «Non ti crucciare il cuore per me, cara. / Tessiamo con il filo che ci è dato». Ma come non emozionarsi davanti al padre di Limonata, che vede il suo ragazzino morto ripescato dal fiume con una gru, e depositato sull’erba davanti ai suoi piedi? «E lui ricorda / la dolcezza, quando la vita era dolce, e dolcemente / gli era stata assegnata quell’altra vita”.

IBS, 13 maggio 2013