SABINO CHIALÀ, DONNE GENERATIVE CHE APRONO UN FUTURO – QIQAJON, BOSE 2024

Sabino Chialà, Priore di Bose dal 2022, ha pubblicato presso le edizioni Qiqajon della Comunità “Donne generative che aprono un futuro”, testo di una trentina di pagine compreso nella collana Sentieri di senso.

Sei sono le figure femminili prese in considerazione dall’autore, protagoniste dei primi capitoli dell’Esodo, che si apre in realtà con l’elenco dei dodici nomi maschili dei figli di Giacobbe, evocanti le dodici tribù di Israele. Una storia, quella patriarcale qui narrata, segnata da “complessità e drammaticità, fatta di migrazioni causate dalla carestia, di accoglienza e poi di asservimento”.

La discesa in Egitto degli Israeliti, dapprima accolta pacificamente e con benevolenza dal popolo ospitante, viene in seguito avvertita come una minaccia, mettendo in crisi la reciproca convivenza delle due etnie. Il nuovo faraone, che non aveva conosciuto Giuseppe e la sua famiglia, infrange il patto di amichevole tolleranza con gli ebrei, temendo la loro forza crescente, e li perseguita con un’azione repressiva messa in atto dai suoi sovrintendenti attraverso vessazioni e umiliazioni continue, rendendo “amara la loro vita” (es. I, 14). Escogita poi di far uccidere dalle levatrici i neonati maschi delle donne ebree, primitiva procedura di pulizia etnica.

A questa tragica realtà di sopruso e di violenza, si intrecciano però piccoli gesti di attenzione e cura femminile, che aprono la possibilità di un futuro di libertà per gli israeliti. Sei donne si oppongono al destino di morte imposto dal potere maschile, riuscendo a preservare la vita di Mosè, allo stesso tempo salvato e salvatore, come vuole l’etimologia del suo nome. Le prime due donne a entrare in scena sono le due levatrici Sifra e Pua, che disobbediscono al re e lasciano vivere i bambini, timorose del giudizio di Dio e rispettose dell’umanità a cui appartengono. In quanto levatrici, onorano la vita che è a loro affidata, e pur nella semplicità e insignificanza sociale che le contraddistingue, mandano un forte segnale di resistenza contro il male.

Il nuovo ordine del faraone è ancora più crudele, e impone al popolo di gettare nel Nilo ogni figlio maschio: ma saranno altre due donne a invalidare la volontà mortifera del re. La madre e la sorella di Mosè lo pongono in un cestello di papiro affidandolo alle acque del fiume, decise a preservarne l’esistenza non solo in ragione della consanguineità, ma come bene da tutelare in favore dell’intera comunità.

Infine, viene presentata l’ultima coppia di donne: la figlia del faraone con la sua schiava. La principessa egiziana riconosce nel bambino un discendente della stirpe ebraica (Es. 2, 6), quindi un potenziale nemico, e tradisce l’ordine del padre accogliendolo “come un figlio”, perché animata da un tenero sentimento di compassione. Affida alla vera madre del neonato, presa a balia, il compito di allattarlo, e lo battezza con il nome che nei millenni indicherà salvezza.

Sabino Chialà (Locorotondo, 1968) è teologo e biblista, studioso di ebraico e siriaco, esperto di scritti apocrifi cristiani e di letteratura dei primi secoli del cristianesimo, soprattutto orientali. Il suo racconto delle sei donne che in differenti maniere generano vita, vuole essere un apologo sulla forza con cui anche le persone meno influenti possono opporsi all’ingiustizia, agendo controcorrente, senza omologarsi a comportamenti servili, lontane da qualsiasi calcolo di convenienza, vincendo la paura. Sono sei donne, in un mondo dominato dal sistema maschile, che obbediscono a un coraggioso richiamo etico, di solidarietà verso l’innocenza violata e di speranza per il futuro.

Nella storia delle grandi imprese, delle genealogie e dei regni, esiste quindi la possibilità di un cammino diverso, umile e concreto, i cui frutti spesso non vengono riconosciuti nell’immediato, ma imprimono tracce difficili da cancellare, perché “nessuna situazione di male è ermeticamente impermeabile al bene, e nessun bene è irrilevante”.

 

© Riproduzione riservata       «La Poesia e lo Spirito», 21 dicembre 2024