RENÉ GUÉNON, LA METAFISICA ORIENTALE – ADELPHI, MILANO 2022
Il filosofo ed esoterista francese René Guénon (1886-1951) conosciuto anche come Shaykh ‘Abd al-Wahid Yahya dopo la sua conversione all’Islam, scrisse ventisette libri e numerosi interventi su rivista, esplorando con un linguaggio accessibile il concetto di metafisica così come si presenta in tutte le forme tradizionali della spiritualità e delle religioni mondiali, dal paganesimo al sufismo al cristianesimo, attraverso le loro specifiche ritualità e credenze. Ammirato e contestato, considerato un rigoroso storico delle tradizioni religiose oppure un superficiale adattatore di teorie personali, Guénon è stato tradotto in moltissime lingue, e ancora oggi ispira la ricerca di alcune comunità musulmane esistenti sul nostro territorio.
Il breve saggio pubblicato da Adelphi, La metafisica orientale, trascrizione di una conferenza tenuta alla Sorbona il 17 dicembre 1925, chiarisce già alle prime battute che la metafisica è – aldilà di ogni contingenza storica e geografica –, universale, poiché la verità che aspira a raggiungere è una, e solo le forme esteriori di cui si riveste per esigenze espositive possono essere orientali od occidentali. Tuttavia, mentre nell’Occidente moderno (che non ritiene indagabile ciò che esula dall’ambito scientifico e razionale) essa è trascurata, banalizzata, addirittura sepolta, in Oriente rimane “oggetto di una conoscenza effettiva… vera, assoluta, infinita e suprema”.
Avendo sostituito alla conoscenza una “teoria della conoscenza”, la filosofia occidentale ha ammesso la sua impotenza, e si è riconosciuta in grado di definire solo in via teorica l’essere in quanto tale, secondo metodi razionali, discorsivi, riflessi, sensibili, capaci di cogliere esclusivamente il mondo del mutamento e del divenire, cioè la natura, o piuttosto un’infima parte della natura. In Oriente invece, interpretando correttamente il significato etimologico del termine “metafisica” come studio di ciò che è aldilà e al di sopra della natura, definisce il “soprannaturale” come ciò che supera l’essere e le sue forme: è l’infinito, l’indefinibile, l’incomunicabile, a cui si può accedere solo attraverso uno sforzo strettamente personale, in maniera intuitiva e immediata, ma superando la propria individualità umana per cogliere i principi universali, eterni e immutabili, della conoscenza.
Quali sono, dunque, le tappe principali della realizzazione metafisica secondo gli insegnamenti comuni a tutte le dottrine orientali? L’essere umano, se utilizza i mezzi adatti alla sua condizione di creatura finita come punti di appoggio per arrivarvi (parole, segni simbolici, riti, procedure preparatorie, conoscenza teorica), deve servirsene come supporti puramente accidentali: quello che davvero gli è necessario per elevarsi alla conoscenza è la concentrazione, abitudine “assolutamente estranea, persino contraria, alle abitudini mentali dell’Occidente moderno, dove tutto tende alla dispersione e al cambiamento incessante”.
Primo stadio da cui partire è la modalità corporea, la padronanza e il controllo della propria fisicità per poi estendersi oltre l’ambito sensibile in altre direzioni, attuando lo “stato primordiale” dell’autenticità, affrancato dal tempo e dalla limitante successione degli accadimenti, per arrivare a una considerazione simultanea delle cose e degli eventi, fuori dalla temporalità, in un non-tempo che conduca al senso dell’eternità. In una seconda fase, si supera l’appartenenza al mondo delle forme e delle condizioni individuali: si arriva così alla negazione dei limiti che definiscono ogni esistenza nella sua relatività, ottenendo la Liberazione e l’Unione con il Principio Supremo. Solo allora l’essere “liberato” è veramente in possesso di tutte le sue potenzialità, essendosi svincolato da ogni costrizione negativa e da ogni illusione. Il risultato raggiunto sarà un’acquisizione permanente, perché basata sulla conoscenza che è perenne, a differenza dell’azione che è una modificazione momentanea dell’essere. Il dominio metafisico è del tutto al di fuori del mondo fenomenico, non riguarda la psicologia, non produce poteri speciali, non assicura nessuna evoluzione esteriore. È invece un’illuminazione interiore, che non si occupa di successi contingenti. L’Occidente, fondando le sue religioni su formule tradizionali ed esteriori, ha sviluppato la propria civiltà in senso puramente materiale, destinandosi a un declino spirituale che lo condannerà a perdersi.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net › La-metafisica-orientale-Guenon 13 aprile 2022