DOVE PASSAVO
Dove passavo, la stanza,
o mi fermavo in ascolto
di passi nella memoria, confusi
già con i colpi che lievi
pareva sentissi alla porta sperando:
per un poco ancora,
per giorni o mesi non cambia,
senza di me rimane
uguale con l’ombra, lo sbuffo
della tenda sul davanzale,
il tulle lambisce, ricade svasato
sopra il gatto che lungo
il vetro sonnecchia e cui scuote
un crampo le ganasce e freme
azzannando nel vuoto
voli lontani.
Federico Hindermann (1921-2012)