AGOTA KRISTOF, LA VENDETTA – EINAUDI, TORINO 2009
Venticinque racconti brevissimi, lapidari e inclementi, questi della scrittrice ungherese Agota Kristof, originariamente intitolati C’est egal, a significare l’indifferenza imperturbabile con cui l’autrice racconta la sofferenza: «Fa lo stesso. In ogni caso si sta male ovunque», e riproposti da Einaudi con il titolo La vendetta.
Non propriamente di vendetta si tratta, infatti: quello che i protagonisti patiscono o infliggono in queste pagine non è desiderio di rivalsa, esigenza di giustizia riparatrice, esplicitazione di rancore insopprimibile. La cattiveria dei gesti e dei pensieri è vissuta ed espressa senza particolare emozione, senza effettiva partecipazione. Risiede immodificabile e irredimibile nella natura delle cose e degli animi: come nella moglie che uccide con una scure il marito che russa («ci sono una quantità di cose che accadono così, stupidamente»), o nell’alunno che sevizia e impicca il professore di lettere per ammirazione e «immenso affetto», o nella crudeltà di numeri sbagliati al telefono. I personaggi sembrano tutti assolutamente spaesati, privi di riferimenti spazio-temporali: vagano in strade deserte, allucinate, in un silenzio che le rende simili a paesaggi metafisici. Strade che non portano in nessun posto, oppure a case del passato distrutte, a treni che non partono, a incontri destabilizzanti, in un’atmosfera da incubo continuo: «Qualche giorno più tardi se ne andò senza dire nulla a nessuno. Da un posto all’altro, da una città all’altra, prendeva aerei, navi, treni. Sempre altrove, là dove niente gli assomigliava. È smarrito, non riconosce più i luoghi, non riesce a ritrovare la propria strada, la propria casa».
Il destino di Agota Kristof, esule politica costretta a reinventarsi un’esistenza e una lingua in Svizzera, balza prepotentemente accusatorio da ogni riga: «Come si può diventare ricchi con niente, quando si viene da altrove, da nessuna parte, e senza il desiderio di diventarlo?»
© Riproduzione riservata www.sololibri.net/La-vendetta-Agota-Kristof.html 30 giugno 2016