MARCO LODOLI, ZOE. CANZONIERE PER UNA BARBONCINA –  MARSILIO, VENEZIA 2010

Marco Lodoli dedica alla sua barboncina dal pelo bianco, Zoe, vissuta con lui per dieci anni, 41 poesie composte quasi tutte da 14 versi brevi, ingentiliti da rime sparse, e da una musicalità diffusa, intenerita, commossa. La vita della cagnolina viene descritta nei suoi snodi fondamentali, dai primi giorni dopo la nascita (“Ma Zoe è pura vita / e non sa fare niente”), quando ancora non sa uscire dalla sua cesta di vimini, alle corse nel parco, alle passeggiate urbane, ai giochi inventati. Una sua “vita minima”, in cui essenziale può essere il premio di un biscotto, o “l’orsetto giallo / sottratto al cassonetto”, “il fiocco rosa” con cui adornare le sue grazie, o un’improvvisa gravidanza isterica: ma soprattutto e necessariamente il rapporto con l’amato padrone – che basta e avanza alla sua scarsa sete di avventura e di ignoto – per le cui assenze soffre, e di cui sa riempire le giornate con affetto devoto. Quando Lodoli scrive, lei gli si siede sulle gambe e sogna, indifferente all’attività intellettuale di lui: così come sembra quasi infastidita dalla frequentazione dei suoi amici colti, “a inutili parole / d’intelligenza e anche / di cattiveria…/ E quando dico andiamo / salti di contentezza”. Ma sa intuire, con una sensibilità del tutto femminile, le malinconie di lui: “muove / un poco la codina / perché è una donna e soffre, / ma mi vuole consolare”.  L’esistenza di Zoe è puramente fisica, elementare, biologica: “Zoe quando è allegra corre / e se sta male piange”; felicemente, naturalmente animale. Per cui quando si ammala (“Ha un brutto male, Zoe, / lo stesso per cui è morta / mia madre”), non capisce: “non sa che i giorni stanno / per perdersi nel vuoto”.  Ma è il suo padrone che soffre più di lei, la segue nell’agonia e perde interesse per tutto (“non m’importa più niente / della parole accese / che incendiano la carta”): patisce lo strazio di un addio che sa definitivo, immedicabile. Con la certezza di poterla recuperare solo nei versi di un breve canzoniere riconoscente: “In sogno cerco Zoe /e lei mi guarda, è sola”.

IBS, 30 novembre 2010