JOYCE CAROL OATES, L’INCIDENTE IN BICICLETTA – IL SAGGIATORE, MILANO 2024
Il Saggiatore ospita per la quattordicesima volta un testo di Joyce Carol Oates, L’incidente in bicicletta, racconto originariamente pubblicato sul New Yorker lo scorso anno. Riprende uno dei temi più tipici della scrittrice statunitense, molto critica nei confronti dell’ipocrisia che nella famiglia nucleare borghese americana nasconde l’oppressione e la violenza dei legami più stretti. Nella cittadina di Strykersville, dove tutti si conoscono intrattenendo rapporti di civile ma in realtà distaccata convivenza, vive la famiglia Hansen, composta da due genitori quarantenni e tre figli adolescenti: Evie, Roy e Billy.
Nella villetta a due piani l’esistenza trascorre esteriormente in modo tranquillo e tradizionale, tra il lavoro di commerciante del padre, la dedizione materna all’economia domestica, la scuola dei ragazzi. Poche e nebulose, quasi di contorno, le altre presenze amicali e parentali, fatta eccezione per un caro, maturo e invadente amico di lunga data, l’avvocato Rob Nash, tornato single dopo due divorzi, e morbosamente partecipe, anche con generosi sostegni economici, alle vicende familiari.
Il racconto si apre sui frenetici preparativi che coinvolgono gli Hansen in vista di un party in giardino progettato da settimane per festeggiare il fidanzamento di una nipote. La madre Arlette e la tredicenne Evie sono impegnate in cucina nella progettazione gastronomica: la prima isterica e timorosa di non essere all’altezza delle aspettative degli invitati, la seconda insofferente per le esigenti pretese materne.
Tutto il testo ruota intorno al tormentato e frustrante rapporto esistente tra madre e figlia, che esplode violentemente nella sua evidenza quando, a festa iniziata, arriva la notizia che la ragazza è stata ricoverata al pronto soccorso in gravi condizioni dopo un incidente in bicicletta. Frattura del cranio, gamba e piede destro maciullati, bocca devastata. La prima reazione di Arlette, al di là dello spavento e del dolore, è il disappunto per la disobbedienza filiale: “Come hai potuto sgattaiolare via senza dirmi niente?”. In seguito, nei lunghi mesi di degenza ospedaliera e durante la faticosa riabilitazione, si riavvicina affettuosamente ad Evie, grata di poter rivestire nuovamente il ruolo di premurosa accuditrice avuto quando la sua bambina era piccola. La ragazza reagisce invece alle attenzioni materne con feroce aggressività, chiudendosi in rancorosi silenzi o esplodendo in minacce e risposte scurrili, trovando sollievo solo nell’ideazione e creazione di fumetti, sempre spietatamente caustici nei confronti della cerchia dei parenti. Il disagio della giovane, totalmente incompreso o volutamente ignorato dai genitori, si accresce negli anni del liceo, portandola a sperimentare amicizie pericolose, atteggiamenti provocatori, fughe da casa e infine l’abbandono definitivo degli studi.
Oates con sapiente arguzia offre al lettore indizi per intuire quali siano le ragioni vere del rifiuto che Evie oppone alla famiglia, vittima incolpevole di un ménage deciso a non mettersi mai in discussione. Indizi che rimangono tali e non vengono mai rivelati apertamente, nemmeno alla conclusione del racconto, quando la figlia ormai adulta torna a trovare la madre ricoverata in una casa di riposo, dopo la morte del padre, dell’amico avvocato e l’allontanamento dei fratelli, solamente per trafugarle un assegno, e punirla con uno sfregio crudele di cui Arlette, ormai avviata alla demenza senile, non si rende nemmeno conto, come è sempre avvenuto durante tutto il loro logorante rapporto.
Joyce Carol Oates è nata nello stato di New York nel 1938, e da anni è residente a Princeton, presso la cui università ha insegnato scrittura creativa dal 1977 al 2014. Ha pubblicato nell’arco di sessant’anni oltre cento libri: cinquantasette romanzi, quarantadue raccolte di racconti, una decina di drammi teatrali, sedici volumi di saggi, undici raccolte di poesie, nonché libri per bambini e alcune antologie di articoli apparsi su quotidiani e riviste, sempre riscuotendo grande successo di pubblico e vincendo numerosi premi, tra cui il National Book Award, il Pen Faulkner Award e il Prix Femina Étranger.
© Riproduzione riservata «Gli Stati Generali», 15 novembre 2024