LUIGI PERISSINOTTO, WITTGENSTEIN. UNA GUIDA – FELTRINELLI, MILANO 2008
Questa guida che Luigi Perissinotto ha dedicato al pensatore austriaco ha conosciuto in più di dieci anni diverse edizioni di successo, dovute al fatto che in essa si tenta con acutezza di “illustrare Wittgenstein con Wittgenstein”, esponendo con chiarezza e puntualità le principali tappe del suo pensiero. Il volume è diviso in due parti, dedicate alle due opere fondamentali del filosofo: Il tractatus logico-philosophicus e le Ricerche Filosofiche, pubblicate a trent’anni di distanza, nel 1921 e nel 1953. Le vicende biografiche di Wittgenstein sono raccontate in maniera essenziale, come merita la sua esistenza totalmente votata allo studio e alla ricerca. Dalla nascita a Vienna nel 1889 da una ricca famiglia ebrea, ai suoi studi di fisica e matematica, ai rapporti con gli intellettuali austriaci, e poi con Russel e Frege all’epoca del suo trasferimento a Cambridge; per seguire con la partecipazione alla prima guerra mondiale, all’anno di prigionia a Cassino, all’interruzione decennale del lavoro di ricerca per dedicarsi all’attività di maestro elementare, per poi tornare all’impegno filosofico e universitario. L’attenzione dell’autore si concentra soprattutto sulla volontà di chiarire l’orizzonte di pensiero in cui si muoveva Wittgenstein, portando il lettore a sviscerare punto per punto i nodi essenziali di quel “piccolo libro di grande difficoltà” che fu il Tractatus, attraverso la comprensione paragrafo per paragrafo delle sette proposizioni che lo compongono, tese a distinguere, all’interno del linguaggio, il senso dal nonsenso, le regole sintattiche, l’essenza della logica, con una riflessione rigorosa su quale sia la funzione di verità, e quindi l’eticità, di ciò che esprimiamo con le parole. Con un’attenzione severa a tutto ciò che compete alla riflessione umana, così come viene definita dalla prima e dall’ultima proposizione del Tractatus, famosissime nella loro perentorietà: “Il mondo è tutto ciò che accade” e “Su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere.”
IBS, 23 agosto 2011