PIJI, S’I’ FOSSE WHISKY – MORELLINI, MILANO 2022
S’i’ fosse whisky, pubblicato dall’editore Morellini nella collana “Improvvisazioni”, è una selezione di versi tratti dai quaderni di appunti di Piji, cantautore, giornalista, performer, conduttore radiofonico e organizzatore di eventi. Nato a Roma nel 1978, Piji è attivo da diversi anni sulla scena italiana pop/jazz e canzone d’autore/indie, e di questo substrato musicale e culturale sono nutrite le pagine poetiche qui raccolte. Una “valanga di roba” tirata fuori da “un mucchio di quaderni abbandonati… diari segretissimi” che due editori curiosi hanno voluto dapprima leggere, quindi pubblicare.
Con modestia e sincerità, l’autore confessa nell’introduzione la consapevolezza di aver composto non tanto poesie, quanto “popsìe, jazztacci e canzoni senza musica”: pensieri, emozioni, dediche amorose, riflessioni sociali e politiche scritte di getto, senza rielaborazione, un po’ ubriache perché “parole alcoliche e quasi sempre notturne”, in cui l’whisky ha la carica ispiratrice ed esplosiva del fuoco divino che animava Cecco Angiolieri.
Whisky, appunto, come protagonista di queste popsie, “goccia bruna, densa di bourbon / no, meglio di scotch single malt”. Ma insieme al bicchiere, tanta musica, jazz soprattutto (“Una donna bellissima che parla francese”), e spruzzate di sentimento amoroso (“lei, / dai capelli al cioccolato, / con una fretta pratica costante / e un’esplosione di colore dietro al viso”), ritratti autobiografici (“Per quelli come me, / cialtroni dell’esistere, / la vita è già difficile / com’è. / Per quelli come me, / cicale malinconiche, / precisi con le nuvole, / penosi più vai a scendere…”)), e ancora riflessioni sul mondo in cui viviamo, con l’utopia di cambiarlo: “Buttiamo insieme giù questa parete. / Di un muro mai nessuno può andar fiero. / Qualcosa sta cambiando per davvero. / Se un po’ si aggiusta il mondo, sorridete”).
L’amore rincorso è quello intravisto e sperato, che illude all’inizio e viene combattuto giorno dopo giorno, con caparbietà e rabbia, dedizione e rassegnazione: “cercavo / cercavo / cercavo / l’amore perfetto // … Era lì che sbagliavo, lo ammetto. / Il verbo del cuore è un modo imperfetto”. Ma esiste anche un’altra specie di amore, quello dei profeti di pace, dei generosi che aiutano gli altri immolandosi per un ideale di giustizia, come Gino Strada: “In un mondo così lordo di cattivi, / i buoni sono quelli che non sporcano, / ma i santi sono quelli che puliscono”.
Costante è l’omaggio al lavoro del musicista, alla sua faticosa preparazione professionale, al suo perpetuo girovagare tra città, sale di incisione, concerti, sigarette e caffè, accanto alla consapevolezza della collaborazione non sempre facile con altri artisti, dei sacrifici materiali che comportano tanta solitudine e la rinuncia a una stabilità affettiva, allo scopo di ottenere infine l’applauso del pubblico per l’impegno messo al servizio della propria arte.
Tutti questi molteplici temi che si rincorrono, proponendo ambienti domestici o esotici, incontri originali o deludenti, sensazioni contrastanti, note sincopate e audaci arrangiamenti, costituiscono gli ingredienti di un’unica ricetta compositiva: “7 quintali di musica / 80 chili di libertà / 2 parti di whisky, / 1 attimo di magia”, per arrivare a concludere “Ma quant’è bella la vita”, nelle sue mille sfaccettature, colte al volo in POPSIE improvvisate, “testo pretesto per suonare qualcosa, / bella scusa, / camminare nel bordo del mondo / con in mano soltanto / una rosa”.
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22 novembre 2022