CARLO ROVELLI, SETTE BREVI LEZIONI DI FISICA – ADELPHI, 2015
Sette lezioni scritte con eleganza e chiarezza, che il fisico Carlo Rovelli propone ai lettori come introduzione ai più dibattuti problemi scientifici della nostra contemporaneità. Pagine che spaziano dalla relatività einsteiniana (“la più bella delle teorie… una gemma compatta”) allo “strano profumo di incomprensibilità e di mistero” della meccanica quantistica, dalla descrizione dell’architettura cosmica al pullulare effimero delle particelle elementari. Caso e necessità, tempo e spazio, libero arbitrio e determinismo, Big Bang e Big Bounce: ipotesi e conclusioni che si contraddicono, analisi di laboratorio e osservazioni astronomiche che si sconfessano a vicenda. Quasi volessero ribadire che in quello che vediamo e crediamo di sapere non c’è nulla di certo e definitivo, ma dobbiamo “cambiare gradualmente la nostra struttura concettuale, e adattarla a ciò che impariamo”. Perché “siamo fatti degli stessi atomi e degli stessi segnali di luce che si scambiano i pini sulle montagne e le stelle nelle galassie… nasciamo e moriamo come nascono e muoiono le stelle, sia individualmente che collettivamente”: siamo una specie tra miliardi di altre specie, ma forse l’unica consapevole dell’inevitabilità della propria fine. Questa certezza ci umilia e ci esalta. La grandezza del pensiero scientifico sta proprio nella sua irriducibile capacità di esplorarsi, di sviluppare idee, mettendole a confronto tra di loro, provandole o negandole continuamente. Cosa che le religioni non sanno fare, arroccate su dogmi indimostrabili, obsoleti o addirittura ridicoli. Einstein non lanciava anatemi, non innalzava roghi, non metteva all’indice: “Il genio esita… Fino all’ultimo, il dubbio”.
IBS, 24 febbraio 2015